Una famiglia della nobiltà veronese e la sua dimora di campagna
Villa da Prato era la dimora di campagna dei nobili da Prato, anticamente Cassini, originari di Prato e residenti in Verona già nel periodo scaligero.
La famiglia, a cui apparteneva anche l'erudito Girolamo da Prato, si è estinta con la Contessa Eloisa, che dal suo "agreste ritiro" di Caldiero ha donato una pregevole collezione di armi bianche al Museo di Castelvecchio di Verona.
La villa è una casa dominicale di impianto cinquecentesco, derivante probabilmente da un nucleo più antico.
La sua linearità è ingentilita da una loggia a tre arcate sulla facciata sud e da tracce di affreschi sulla facciata nord.
L'interno ha il classico impianto delle ville venete, con un salone centrale fiancheggiato da stanze laterali comunicanti (v. Le sale).
Di particolare interesse i soffitti con tempere rinascimentali, un affresco con lo stemma della famiglia e un pregevole affresco raffigurante Sant'Antonio Abate, oltre alla bella torre un tempo affrescata che si affaccia sull'aia e sul vigneto.
Gli archivi della Villa conservano ancora il diario di Giuseppe da Prato, paggio presso la corte di due successivi Principi-Vescovi di Augusta.
La famiglia, a cui apparteneva anche l'erudito Girolamo da Prato, si è estinta con la Contessa Eloisa, che dal suo "agreste ritiro" di Caldiero ha donato una pregevole collezione di armi bianche al Museo di Castelvecchio di Verona.
La villa è una casa dominicale di impianto cinquecentesco, derivante probabilmente da un nucleo più antico.
La sua linearità è ingentilita da una loggia a tre arcate sulla facciata sud e da tracce di affreschi sulla facciata nord.
L'interno ha il classico impianto delle ville venete, con un salone centrale fiancheggiato da stanze laterali comunicanti (v. Le sale).
Di particolare interesse i soffitti con tempere rinascimentali, un affresco con lo stemma della famiglia e un pregevole affresco raffigurante Sant'Antonio Abate, oltre alla bella torre un tempo affrescata che si affaccia sull'aia e sul vigneto.
Gli archivi della Villa conservano ancora il diario di Giuseppe da Prato, paggio presso la corte di due successivi Principi-Vescovi di Augusta.